La Madonna, la Campania, i Sindaci: mescolare bene, ecco il Centro

Niccolò Carratelli La Stampa 23 Giugno 2022
Il progetto politico di Di Maio che punta al centro
In Parlamento le trattative per un gruppo con il simbolo di Tabacci e in prospettiva la spinta per arrivare al Draghi bis


Mentre la scissione si sta ancora consumando, il progetto politico di Luigi Di Maio prende forma e muove verso il centro. «Per ora non siamo un partito, ma un contenitore», dicono i suoi parlamentari, ribadendo quello che il ministro degli Esteri aveva già spiegato nel suo discorso d’addio al Movimento 5 stelle: «I nostri primi interlocutori saranno i sindaci, al centro metteremo le esperienze territoriali». Si sogna una collaborazione con Beppe Sala, che tace. C’è chi fa il nome di Dario Nardella o di Federico Pizzarotti, uscente a Parma, che glissa: «Con Luigi non ci siamo sentiti, c’è grande movimento in tutta quell’area, ma è tutto prematuro». In realtà, i sindaci in questione sono quelli 5 stelle pronti a passare con Insieme per il futuro, come pure diversi consiglieri comunali o regionali.
A Pomigliano d’Arco, per esempio, tutto il gruppo M5s, compreso il presidente dell’assemblea, ha deciso di seguire l’illustre concittadino. Poi si guarda ai sindaci slegati dai partiti, eletti con liste civiche, esempi di buona amministrazione. E si flirta anche con quelli già schierati, come l’apprezzato sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto, sostenuto da Italia Viva e ospite all’ultima Leopolda renziana. Del resto, i movimenti più frenetici avvengono in Campania, la terra di Di Maio, che ora può contare anche su un’inaspettata benevolenza da parte di Vincenzo De Luca. Il presidente della Regione, in passato mai tenero con “Giggino”, ieri è arrivato a definirlo un «possibile interlocutore» per un comune progetto riformista.

A cucire pazientemente un rapporto politico tra i due è stato Piero De Luca, figlio del governatore e deputato del Pd, in ottimi rapporti con Di Maio. Si lavora sul territorio, dunque, ma si lavora molto anche nei palazzi. Compreso quello del Parlamento europeo, dove le eurodeputate Chiara Gemma e Daniela Rondinelli hanno deciso di lasciare la componente M5s e seguire il ministro degli Esteri: in corso trattative per accasarsi in un altro gruppo politico (verdi, socialisti o Renew Europe). A Roma, invece, oggi pomeriggio ci sarà la prima assemblea dei gruppi parlamentari di Insieme per il futuro, per iniziare a discutere di ruoli e organizzazione. «Su 62 totali, 40 sono al primo mandato», sottolineano dallo staff del ministro, per confutare la tesi di un addio dettato da logiche di poltrona.
Al Senato sono 11 ed è stato trovato l’accordo con Bruno Tabacci per l’uso del simbolo di Centro democratico: per il ruolo di capogruppo si fanno i nomi di Vincenzo Presutto e Primo Di Nicola. Mentre girano quelli di Vincenzo Spadafora e Carla Ruocco alla Camera, dove ieri mattina è toccato proprio al presidente Roberto Fico comunicare all’aula la nascita del nuovo gruppo, leggendo i nomi dei deputati del Movimento in uscita. Nella lista non c’era quello dell’ex ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, che però viene data in arrivo, forse già oggi. «Ci sono ancora tanti colleghi in sofferenza nel M5s», assicura Sergio Battelli, uno dei registi della campagna acquisti dimaiana.

Al momento, comunque, sono 51, compreso Antonio Lombardo, che ha lasciato Coraggio Italia. Altri potrebbero arrivare, visto che il gruppo che fa riferimento al sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, è sceso sotto la quota minima di 20 componenti e si è dovuto sciogliere. Del resto, lo stesso Brugnaro ha apprezzato l’evoluzione politica di Di Maio: «La sua è stata una scelta coraggiosa, ha avuto un cambiamento importante – ha detto il sindaco di Venezia – ci accomuna il sostegno a Draghi e una propensione a respingere il “partito del no”, qual è diventato il M5S». Qualcosa in più di una mano tesa, come quella di Giovanni Toti. Secondo il presidente della Liguria e leader di Italia al centro, «in base alla via che ha preso, certamente Di Maio può diventare un interlocutore del nuovo centro allargato». Qualunque cosa sia.

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