Draghi scrupoloso per Svezia e Finlandia

Tommaso Ciriaco La Stampa 29 GIUGNO 2022
Draghi e la clausola “europea” per la difesa immediata di Svezia e Finlandia:
“Garantire subito sicurezza”
Secondo il nuovo concetto strategico adottato, sul suolo italiano arriverà una batteria Usa di difesa aerea a corto raggio e 65 uomini

Madrid – Il segnale lanciato da Mario Draghi a margine del vertice Nato di Madrid è contenuto in un articolo del Trattato sull’Unione europea: articolo 42, comma 7. Dispone che qualora “uno Stato membro subisca un’aggressione armata nel suo territorio, gli altri Stati membri sono tenuti a prestargli aiuto e assistenza con tutti i mezzi in loro possesso, in conformità dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite”.
Il premier lo richiama salutando con favore l’accordo politico sull’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato, durante la prima sessione dei lavori del summit spagnolo. E lo fa senza essere sollecitato, ma mettendolo nero su bianco in una comunicazione ufficiale: “L’Italia afferma la sua determinazione a concorrere sin d’ora, in stretta consultazione con Finlandia e Svezia e nei modi più appropriati, alle loro esigenze di sicurezza e difesa. Conferma in proposito la validità degli impegni esistenti nel contesto europeo, ivi incluso l’articolo 42.7 del Trattato istitutivo dell’Ue”.
Un passaggio chiave
Non è un passaggio casuale, come detto. Perché il premier – reduce dal G7 di Schloss Elmau – interpreta un passaggio chiave della fase di transizione che servirà a completare l’iter di adesione dei due Paesi scandinavi all’Alleanza atlantica. Significa infatti che fin da subito i Paesi europei si impegnano a difendere Svezia e Finlandia, ancora prima che diventi effettivo l’articolo 5 del patto atlantico che assicura mutua difesa in caso di aggressione. “La loro sicurezza – insiste il presidente del Consiglio – non deve essere messa a repentaglio in alcun modo”. Proprio l’articolo 42.7 del Trattato Ue aveva interrogato i fautori dell’ingresso rapido dell’Ucraina in Europa, quando sembrava possibile un compromesso negoziale durante le trattative in Turchia: l’eventuale adesione all’Ue, infatti, non sarebbe stata accompagnata da questa garanzia, in modo da assicurare la neutralità di Kiev richiesta dalla Russia (assieme alla scelta di non entrare nel patto atlantico).
Tre ragioni
Si tratta ovviamente soltanto di un richiamo formale e di un messaggio politico, per almeno tre ragioni. La prima è che Svezia e Finlandia sono già “coperte” dal Trattato dell’Unione europea, come ricordato poche settimane fa dall’alto commissario alla Politica estera dell’Ue, Josep Borrell. La seconda è che un eventuale attacco ai due futuri membri del patto atlantico provocherebbe una escalation che coinvolgerebbe prima l’Europa, ma in ultima istanza comunque anche gli Stati Uniti, legati dal vincolo della Nato con molti Paesi membri dell’Unione che già aderiscono alla Nato. La terza è che Washington è già sostanzialmente schierata a difesa – anche militare – degli Stati scandinavi.

Ridisegnare la mappa Nato in Europa
Per Draghi, comunque, la nuova fase che si apre non prevede sfumature o tentennamenti. “L’Italia accoglie con favore l’adesione all’Alleanza Atlantica di Finlandia e Svezia – sostiene da Madrid – Si tratta di una decisione sovrana, assunta democraticamente, da due Paesi che sono membri dell’Unione Europea”. Una svolta che allarga il patto tra le democrazie che partecipano all’alleanza, secondo il premier: “Rafforzeranno il carattere dell’Alleanza come comunità basata sullo stato di diritto e sui valori democratici”. Ma che darà risultati anche sul piano operativo: “Con le loro capacità, contribuiranno in modo significativo alla sicurezza ed alla missione difensiva dell’area euro-atlantica”.

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