Perché pagare in contanti non conviene a nessuno

DataRoom Milena Gabanelli 28 gennaio 2018
Perché pagare in contanti non conviene a nessuno

 

A cosa serve il contante?

Il signor Marvin Goodfriend è un professore americano esperto in politica monetaria che detesta il contante. Il suo approccio ai bigliettoni conta, perché Trump lo ha appena nominato nel Board della Federal Reserve, dove resterà per 14 anni, se il Senato conferma il mandato. Secondo lui, se si ripresenta una crisi economica, la Fed dovrà applicare tassi di interesse un bel po’ sotto lo zero, per spingere la gente a spendere i propri soldi o investirli in qualcosa, in modo da far ripartire la crescita e l’occupazione. La reazione della gente però sarebbe quella di andarseli a prendere in banca per metterli sotto al materasso. Goodfriend, per non rendere conveniente accumulare contante ha in mente diverse misure: la prima è quella di abolire il cartaceo; la seconda è una penalizzazione al momento del prelievo in banca dei contanti, commisurata agli eventuali tassi di interesse negativi fissati dalla banca centrale. Terzo: rimpiazzare la moneta cartacea con una moneta elettronica, e cioè una sorta di bancomat emesso dalla banca centrale, che però richiede ingenti investimenti nell’infrastruttura bancaria e nei sistemi di pagamento.

L’argomento ovviamente è molto controverso, ma non c’è dubbio che qualche idea in caso di una prossima recessione le banche centrali dovranno farsela venire visto che gli strumenti normalmente usati potrebbero non essere sufficienti per affrontare le nuove sfide. Con i tassi di interesse così bassi, gran parte del risparmio privo di rischio è sterile, non rende nulla. Forse non sono più i tempi in cui chi ha i conti gonfi può decidere di tenerli fermi, mentre l’altra metà della popolazione cerca un lavoro che non c’è. Spingere ad investire (in titoli di Stato, grandi o piccole aziende o start up) può essere utile a creare per tutti un mondo un po’ più prospero. Attenzione ai rischi però: scacciato dai conti correnti, il denaro potrebbe invece muoversi verso la prossima bolla speculativa piuttosto che l’economia reale. L’abolizione del contante dovrebbe avere inoltre altri grandi benefici: diminuzione della evasione fiscale, criminalità e corruzione, tre fenomeni che amano l’anonimato garantito dal contante. Stanno nascendo però altri strumenti efficaci per muovere soldi senza metterci la faccia: vedi le valute digitali più opache dei Bitcoin, non tracciabili in nessun caso.

I mali italiani: evasione, corruzione, sommerso

Secondo Ocse, Unione europea, Agenzia delle Entrate, Tax Research e Transparency, siamo un Paese molto corrotto, e tutte le inchieste legate al mondo degli appalti dimostrano che la tangente viaggia sotto forma di bigliettoni. Di contanti vive lo spaccio di droga, il contrabbando di petrolio e della merce contraffatta. Scoraggiarne l’uso quindi è un dovere, se non altro perché si ostacolano le attività illecite e si contribuisce ad una società più giusta. Anche se tutti pagassero le tasse sarebbe un mondo più equo.

Il tema ci riguarda perché in Europa noi siamo i migliori evasori. I numeri esatti non si conoscono, parliamo di stime, e quelle a ribasso, secondo il Ministero dell’Economia e delle Finanze si aggirano sui 101 miliardi di euro l’anno di mancato incasso. Ragion per cui chi le tasse le paga, paga caro. Siamo primi nell’economia sommersa, formata da centinaia di attività: dall’avvocato al medico, dal meccanico al parrucchiere, dall’estetista all’idraulico, dal commerciante al libero professionista. Un’economia che vive di contante, stimata dall’Istat in 208 miliardi su cui non è stato versato un euro di tasse. Una capillare e minuziosa evasione che noi cittadini potremmo ostacolare semplicemente cambiando abitudini, e iniziando a pagare tutto con bancomat, carta di credito, bonifico, assegni o uno dei tanti mezzi tracciabili. Rinunciare a quello sconticino occulto vuol dire fare del bene all’economia nel suo complesso.

Come si riduce la filiera del sommerso

Il Governo Renzi ha inspiegabilmente alzato il tetto all’uso del contante, permettendo pagamenti cash fino a 3.000 euro. Così continuiamo ad essere il Paese europeo che lo utilizza di più come forma di pagamento. Andrebbe certamente meglio se lo Stato obbligasse le banche ad applicare a tutti, e non solo alla grande distribuzione, commissioni non superiori all’1,3%, percentuale paragonabile ai costi di gestione del contante. Sulle commissioni non c’è trasparenza e i piccoli negozi arrivano a pagare fino al 3.5%. Il Governo avrebbe dovuto intervenire su questo e non sul tetto all’uso del contante. Ma dovrebbe ridurre la filiera del sommerso mediante norme che rendano più conveniente pagare 100 euro con fattura, che non 80 senza.
L’illegalità potrebbe diminuire anche nel mondo del lavoro. Nel 2017 su 141.920 imprese ispezionate, sono emersi 88.865 lavoratori irregolari (+13,5% rispetto al 2015), e 43.048 lavoratori completamente «in nero» (+3,6%). Sia gli irregolari che i lavoratori in nero sono pagati in contanti, il che significa: niente entrate fiscali, niente contributi versati.
Succede nel settore delle costruzioni, commercio all’ingrosso, dettaglio, ristorazione, servizi di informazione, finanziari, assicurativi, immobiliari, attività professionali, istruzione, sanità, assistenza sociale, attività di servizi. Sarebbero misure semplici per cominciare a recuperare un po’ di fiscalità da quei 208 miliardi, per investirla in crescita.
Chi c’è dietro una carta online?

Invece la nostra propensione ad usare i bigliettoni al posto di bancomat, carte, assegni o bonifici, ha spinto quei settori che di solito il contante non lo usano, come l’e-commerce, a inventarsi metodi alternativi e non tracciabili. Amazon si sta attrezzando: ordini e ti registri con il nome che vuoi, e poi vai dal tabaccaio dove acquisti una carta ricaricabile ed effettui il pagamento attraverso SisalPay.
Perfino CartaFreccia di Trenitalia ti manda a casa carte ricaricabili fino a 2.500 euro. Anche qui basta andare dal tabaccaio e dargli i soldi in contanti. Perché le autorità di vigilanza ammettono questa procedura, quando a monte non c’è nessuna adeguata verifica che il titolare della Carta realmente corrisponda? Nell’incuria generale il rilascio delle carte online si sta moltiplicando, con modalità esattamente opposte a ciò che persegue la legge, che dice: «Conosci il tuo cliente», ovvero verifica «de visu».
In conclusione, ben venga la moneta elettronica, purché sia tracciabile. Ben vengano pure i tassi di interesse negativi, laddove dovessero contribuire ad una maggiore occupazione, poiché il mondo, oltre che prospero, deve essere anche giusto ed equo.

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