Così L’Espresso diventa Netzine: poca politica, e-learning e Not fungibile Token

Professione Reporter 23 Ottobre 2022
Così L’Espresso diventa Netzine: poca politica, e-learning e Not fungibile Token
L’Espresso ha un nuovo Comitato di redazione, dopo le dimissioni del precedente, che ha gestito la complicata fase del passaggio dal Gruppo Gedi alla nuova proprietà, Bfc Media e all’azionista di maggioranza Danilo Iervolino, ex fondatore e promotore dell’Università telematica Pegaso.

I tre membri sono Carlo Tecce, Angiola Codacci Pisanelli (unica anche uscente) e Paolo Biondani. Il nuovo Cdr dovrà occuparsi del nuovo Espresso, che è stato annunciato il 17 ottobre dalla nuova proprietà, nella cornice lussuosa dell’Hotel & Grand Spa Palazzo Parigi, Corso di Porta Nuova 1, Milano. In base all’annuncio, il nuovo Espresso diventerà un’altra cosa rispetto al giornale di tradizione laica e “azionista”, basato sulla politica e le inchieste civili, fondato dal Arrigo Benedetti ed Eugenio Scalfari 67 anni fa. Con la stessa redazione di oggi, però. E con un Direttore che ne faceva parte, Lirio Abbate, al quale Iervolino dà per ora piena fiducia.

LETTORI COINVOLTI

Proprio Iervolino e Abbate hanno presentato il “nuovo” Espresso, ponendo come data di svolta domenica 15 gennaio 2023: grandi foto al vivo sul modello dei grandi magazine internazionali, formato più lungo, carta “sostenibile”, stampa roto-offset. Abbinato al sito, diventerà un “Netzine” (network e magazine), basato su multimedialità e coinvolgimento dei lettori. In realtà, il nuovo sito dell’Espresso doveva essere pronto per fine ottobre, ma è slittato all’inizio del prossimo anno. Fino a dicembre è stato “affittato” il sito attuale, ancora di proprietà Gedi.

La nuova gestione de L’Espresso è iniziata il 1° luglio 2022 sotto la Direzione di Abbate, che era vice di Marco Damilano, dimissionario in seguito alla vendita. La direzione Abbate ha “smontato” il giornale diretto da Damilano, nel quale era prevalente la politica italiana. Ora quest’ultima di solito viene limitata a un pezzo di Susanna Turco e gran parte del primo sfoglio del settimanale è dedicato agli esteri.

MARMI E LAMPADARI

Iervolino e Abbate, fra i marmi, i lampadari e le statue di Palazzo Parigi, hanno annunciato che il progetto del nuovo Espresso è multimediale. Sarà “scompaginata la sua foliazione, con un progetto grafico che punta sulle immagini: grandi ed esclusive, firmate spesso da grandi fotografi”. L’Espresso, ha detto Abbate, “conserverà le sue prestigiose firme e ne ospiterà altre, che avranno rubriche fisse o collaborazioni, che racconteranno il mondo in esclusiva”. Tra queste, la scrittrice Barbara Alberti. Nel giornale di carta “ci sarà un QR Code su ogni articolo che rimanda non soltanto alla lettura ma anche all’ascolto, ai video, e a tutto ciò che può arricchire il servizio”. Poi, una pagina informativa con le tendenze del digitale, dalla musica più scaricata, ai tweet più ritwittati, ai video più visti. “Il giornale -ha proseguito il Direttore- continuerà a contenere inchieste giornalistiche graffianti, ma si aprirà sempre di più al mondo della cultura e dell’economia, guardando in particolare ai giovani”.

COPERTINE ICONICHE

Sotto la regia di Antonio Tufano, ingegnere delle telecomunicazioni che lavorava con Iervolino nella sua Università telematica Pegaso, nascerà il “Netzine”, magazine multimediale, dove i lettori potranno dialogare con la redazione e gli autori, gli influencer, i personaggi dell’economia e della cultura. Oltre alle notizie e alle inchieste de L’Espresso saranno qui a disposizione servizi e spettacoli, e-learning e podcast. Il progetto del nuovo Espresso prevede anche il lancio di una serie di NFT dedicati alle “copertine iconiche” del settimanale (si tratta di Not Fungible Token, certificati di acquisto in esclusiva sul web).

Iervolino ha annunciato l’obiettivo nel 2023: “Un milione di abbonamenti online, puntando anche sul B2B”. Che sarebbe il commercio interaziendale.

 

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