Destra, il grande freddo. Berlusconi, “Non fare tutto da sola”

Antonio Bravetti La Stampa 16 gennaio 2023
Destra, il grande freddo. Berlusconi chiama Meloni: “Non fare tutto da sola”
Da Arcore filtrano giudizi negativi sui primi tre mesi di governo: «Errori e inesperienza». La tensione resta alta, il Cav vuole un incontro. La premier: «Regionali banco di prova»

 

 

«Mi auguro di essere audace, concreta, veloce e coraggiosa. Di guardare sempre a quello che è giusto per l’Italia». Giorgia Meloni compie 46 anni e gli auguri se li fa da sé su Instagram: «Mi auguro di non deludere chi ha creduto in me, e nella possibilità che l’Italia tornasse la grande nazione che merita di essere. E non lo farò, costi quel che costi». Dopo le scudisciate agli alleati, esortati a non metterle «i bastoni tra le ruote», Meloni sul social è sorridente, con una bandiera dell’Italia alle spalle: «Mi auguro di non farmi spaventare dalla mole dei problemi, di non farmi ammaliare dalle sirene del potere, di non farmi convincere da un sistema che non condivido». La tensione con Forza Italia, però, resta alta. Nonostante il disgelo tentato da Silvio Berlusconi con una telefonata per il compleanno e la nota del coordinatore Antonio Tajani: «Nessuno può mettere in dubbio il sostegno, leale e determinato di Forza Italia al governo».

Dalla conversazione telefonica trapela l’impegno di Berlusconi e Meloni a vedersi di persona nelle prossime settimane. Oggi, intanto, l’ex premier parlerà. C’è grande attesa. Da Arcore filtrano malumori e giudizi non positivi sui primi tre mesi del governo Meloni. «Errori, inesperienza, mancanza di collegialità» le rimostranze. Una parte del partito spera che il Cavaliere restituisca alla premier pan per focaccia. Appuntamento alle 16 a Villa Gernetto, dove Berlusconi presenterà le liste di Forza Italia per la Lombardia. Le Regionali all’orizzonte contribuiscono a rendere l’aria pesante, il clima è da competizione interna alla maggioranza. Gli azzurri hanno paura di un risultato in sintonia con le politiche. Temono di essere spazzati via dai posti di potere che occupano a Milano e dintorni in favore dell’onda lunga di FdI.
«Forza Italia farà la differenza sia in Lombardia che nel Lazio, come in tutta Italia – si augura Maurizio Gasparri – in termini di qualità e in termini di numeri per l’affermazione del centrodestra». Chissà. Intanto Tajani esce con una dichiarazione concordata col leader. «Il presidente Silvio Berlusconi, fondatore e padre politico del progetto che ha portato nuovamente alla guida dell’Italia una coalizione alternativa alla sinistra, ha sempre incoraggiato l’attuale governo. E, come tutti noi di Forza Italia, ritiene indispensabile che questo esecutivo rimanga in carica almeno per i prossimi cinque anni. L’obiettivo è quello di trasformare in realtà gli impegni presi in campagna elettorale con gli Italiani. E tutto ciò si può realizzare grazie ai più che positivi rapporti di amicizia che legano il nostro leader a Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Forza Italia continuerà a difendere, come ha sempre fatto, le scelte condivise adottate dal governo, senza venire mai meno ai principi liberali, cristiani, garantisti che la caratterizzano».

Le distanze, però, restano. Dentro FdI tengono il conto, le sgranano come un rosario. Meloni non ha gradito gli attacchi di Forza Italia nella partita sulle accise e non apprezza il ritornello di Berlusconi sul partito unico. Vedrà a breve il ministro per i Rapporti col Parlamento Luca Ciriani per fare il punto sui provvedimenti in discussione e poi i capigruppo, per ragionare di Csm e commissioni bicamerali. Meloni è consapevole che su questo terreno Berlusconi si farà più mite: c’è la partita della Vigilanza Rai e il valzer delle partecipate che si apre a marzo. Ma prima il voto delle Regionali. «Nostro primo banco di prova politico al governo», va ripetendo Meloni.

 

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