Wang a Mosca: test per il piano di pace cinese

Gianluca Modolo La Repubblica 22 febbraio 2023
Wang a Mosca: test per il piano di pace cinese
Il capo della politica estera di Pechino oggi vedrà Lavrov e forse Putin: cerca concessioni in vista del discorso con cui Xi aprirà ai negoziati


Prima l’incontro con Nikolaj Patrushev, capo del Consiglio di sicurezza russo. Oggi il faccia a faccia con il ministro degli Esteri Serghej Lavrov e probabilmente anche con Vladimir Putin. Prende sostanza la visita a Mosca del capo della diplomazia del Partito comunista Wang Yi arrivato nella capitale russa per discutere della proposta di Pechino di una via cinese alla pace nel conflitto ucraino. Prima, però, spazio alla rinnovata partnership. «Conuna campagna dell’Occidente contro Russia e Cina, è importante approfondire la nostra cooperazione», dice Patrushev. «Appoggiamo le posizioni cinesi su Taiwan, Hong Kong, Tibet e il Xinjiang». «Le nostre relazioni sono solide come una roccia, resisteranno a qualsiasi prova», risponde Wang. Pechino non ha mai condannato l’invasione, espandendo invece i legami commerciali e continuando le esercitazioni militari con Mosca. Il viaggio di Wang serve anche a preparare una futura visita di Xi Jinping che, secondo ilWall Street Journal , avverrà “nei prossimi mesi”. «L’incontro con Putin sarebbe parte di una spinta per i colloqui di pace e permetterebbe alla Cina di ribadire le sue richieste di non usare le armi nucleari», scrive il quotidiano. Per venerdì è atteso un “discorso di pace” da parte di Xi.
La proposta che Wang porta in valigia da una settimana, discussa anche col ministro degli Esteri ucraino Kuleba, al momento non convincedel tutto gli occidentali. «I cinesi non staranno a guardare mentre i russi vengono completamente sconfitti. Ma hanno già detto che si tratterà di un documento politico, quindi non credo che ci sarà molto di sostanziale, oltre a continuare a chiedere la pace», dice aRepubblica Yun Sun, dello Stimson Center di Washington. Ma una Russia sconfitta malamente non è qualcosa che può far piacere a Pechino. Da qui il rinnovato impegno negoziale cinese: Mosca meno forte è un vantaggio nelle relazioni bilaterali, ma che se ne fa Xi di un partner strategico che non serve più a nulla?
Del piano cinese qualche punto chiave si intravede: cessate il fuoco e stop alla fornitura di armi occidentali, no all’uso dell’atomica e di armi chimiche, protezione delle le strutture nucleari, rispetto dell’integrità territoriale di tutti i Paesi. Per le cancellerie alleate il testo non è ancora sufficiente, anche perché non condanna l’invasione russa. Ecco perché la visita a Mosca di Wang assume una particolare importanza: cercherà di capire se i russi sono pronti a concessioni capaci di smussare lo scetticismo di Usa ed Europa. Una missione non facile. Nemmeno mantenendo il passaggio che cita «le legittime preoccupazioni di sicurezza di tutti gli Stati» care a Mosca ribadite ieri nel report sulla Iniziativa di Sicurezza Globale presentato dal ministro degli Esteri Qin Gang: il tentativo di Pechino di presentarsi come potenza responsabile e di fornire un’alternativa al modello Usa, come vuole anche Putin. «Nessun Paese dovrebbe rafforzare la propria sicurezza a danno di quella altrui»: allusione che sia stata l’espansione a Est della Nato a spingere la Russia verso la guerra. Schema che i cinesi vogliono applicare nell’Indo-Pacifico. Insomma, per scongiurare un’escalation in Ucraina serve un vero riavvicinamento tra Pechino e Washington, ma il caso del pallone spia hacomplicato le cose.

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