Da Yolanda Diaz a Meloni: la Cgil fa il congresso “talk”

Salvatore Cannavò  il Fatto Quotidiano 11 marzo 2023
 
Da Yolanda Diaz a Meloni: la Cgil fa il congresso “talk”
 
Programma. Liturie addio, interviste e concerto con Vecchioni. Dal 15 marzo a Rimini

 

La prima presidente del Consiglio più di destra di sempre al congresso del sindacato più rosso.  L’evento è previsto per il 17 marzo a Rimini come il Fatto ha già rivelato tre giorni fa: Giorgia Meloni parlerà al congresso della Cgil che si svolgerà in Romagna dal 15 al 18 marzo. È la prima volta per un premier della destra (nel 2010 Berlusconi mandò Gianni Letta), ed è la primissima per una post-fascista e infatti qualche malumore in Cgil già si avverte, ma ieri Maurizio Landini, presentando il congresso alla stampa estera, ha collocato l’evento alla voce “rispetto delle idee”.

“Il fatto che la premier Giorgia Meloni abbia accettato di partecipare al congresso della Cgil – ha sottolineato il segretario Cgil, che sarà riconfermato al congresso – lo considero positivo, un segno di rispetto e di riconoscimento del ruolo di un’or ganizzazione che rappresenta milioni di persone.

Non abbiamo pregiudiziali e facciamo i conti con i governi che ci sono”. Ma se Meloni rappresenta l’acuto, è tutto il congresso a rappresentare una discontinuità nella tradizionale “liturgia” delle organizzazioni di sinistra.

Più che un congresso infatti sembra un grande talk show in cui non manca anche la parte ricreativa e musicale.

Oltre a Meloni, l’altro momento politicamente rilevante è il confronto delle opposizioni.

Il 16 marzo, infatti, Carlo Calenda, Giuseppe Conte, Elly Schlein, Nicola Fratoianni (niente spazio per Luigi de Magis tris e Unione popolare) si confronteranno con Landini in un dibattito guidato da Lucia Annunziata.

Nel corso della tre giorni, poi, ci saranno le interviste (curate dalla nostra Silvia Truzzi e da Martina Toti della redazione di Collettiva, piattaforma digitale della Cgil) al cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, a don Luigi Ciotti, al presidente emerito della Corte costituzionale Giova nni Maria Flick, all’economista Mariana Mazzucato, al fondatore della Comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi, all ’attivista iraniana Pegah Moshir Pour, un collegamento con la famiglia Regeni e anche un concerto di Rober to Vecchioni .

Lo spazio per il dibattito, quindi, si riduce e questo ha destato la protesta della piccola minoranza (24 delegati sui 986 complessivi) guidata da Eliana Como. Il congresso “pop” aiuta certamente il sindacato a porsi come riferimento mediatico e politico al termine di un congresso che non ha mostrato grandi spunti di interesse.

Scontata la rielezione di Landini, abbastanza scontato anche il dibattito con la centralità dei temi del salario, della pace, della rappresentanza sindacale, della solidarietà tra coloro che “per vivere hanno bisogno di lavorare”come Landini usa dire, poco vivace anche la dialettica interna. A Rimini si punterà molto sul salario (ma anche su quello “minimo”?) e sulla riduzione dell’orario di lavoro, una delle proposte innovative del congresso.

Acquista così valore simbolico l’invito alla ministra del Lavoro del governo spagnolo, Yolanda Diaz, artefice di riforme importanti e che la Cgil, e forse anche il Pd, ha individuato come un modello di riferimento.

 

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