Ora New York teme l’assalto. I giorni di Trump

Massimo Gaggi Corriere della Sera 20 marzo 2023
Trump, muro repubblicano sulla possibile incriminazione. Ora New York teme l’assalto
I conservatori parlano di persecuzione politica, i fan manifestano davanti alla residenza in Florida. Ma il procuratore: «Non ci faremo intimidire»

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C’è un’«America first» di Biden e l’Europa deve rispondere

Massimo Gaggi Corriere della Sera 16 gennaio 2023
C’è un’«America first» di Biden (e l’Europa deve rispondere)
Il presidente Usa, pur impegnato a ricucire i rapporti transatlantici, sta dando sostegno alle imprese di casa per la transizione energetica e lo sviluppo green tech

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Ian Bremmer: «Bolsonaro è il Trump dei Tropici. Finirà per rafforzare Lula»

Massimo Gaggi Corriere della Sera 9 gennaio 2023
Ian Bremmer: «Bolsonaro è il Trump dei Tropici. Finirà per rafforzare Lula»
Il politologo Ian Bremmer: «L’attacco è più massiccio di quello al Campidoglio del 2021, ma è avvenuto di domenica. Polizia ed esercito sono leali al nuovo presidente» leggi tutto

E’ il tramonto di Trump, Biden la tenuta non basta se arriva De Sanctis

Massimo Gaggi Corriere della Sera 10 novembre 2022
Quei conti aperti negli Stati Uniti
L’attesa onda repubblicana non si è materializzata e forse per i repubblicani il vero vincitore è il governatore DeSantis delle elezioni di midterm. Biden tuttavia si conferma un osso duro per Trump

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L’influencer che allarma la Casa Bianca

Massimo Gaggi Corriere della Sera 4 novembre 2022
L’influencer che allarma la Casa Bianca
Elon Musk è un caso senza precedenti nella storia del capitalismo. Perde anche lui decine di miliardi di dollari, ma il suo potere continua a espandersi: dall’auto allo spazio, dall’energia pulita alla geopolitica e, ora, anche alle reti sociali, fino a lambire il mondo dell’informazione.

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La figlia di Cheney contro i repubblicani di Trump

Massimo Gaggi Corriere della Sera 4 novembre 2022
La conservatrice Liz soccorre i democratici
Liz Cheney, la conservatrice integralista che corre in soccorso dei democratici. «Non avrei mai creduto di poter arrivare a votare democratico, ma vi assicuro che, se fossi residente in Arizona, lo farei».

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Kari Lake, piccole Trumpiane crescono in vista del 2024

 

Massimo Gaggi Corriere della Sera 4 novembre 2022
Inarrestabile Kari
Le avventure politiche «ai confini della realtà» di due repubblicane molto diverse tra loro aiutano a capire perché le elezioni americane di midterm, che suscitano in Europa un interesse relativo, possono diventare un altro passaggio, in prospettiva forse il più drammatico, del processo di sfilacciamento del tessuto democratico americano, in atto, ormai da molti anni.

 

Ecco la prima.

Kari Lake, da ineleggibile a inarrestabile. Quando, da ex conduttrice televisiva (23 anni sui teleschermi di Phoenix) di simpatie liberal e a suo tempo impegnata per l’elezione di Obama, Kari Lake decise di candidarsi alla carica di governatore dell’Arizona con i repubblicani, nessuno la prese sul serio: la candidata ufficiale del partito, Karin Taylor Robson, avvocato, di grande esperienza amministrativa, moglie di un miliardario, aveva risorse economiche infinite da spendere nella campagna (la Lake battuta 17 a 1 in termini di pubblicità televisiva) e aveva l’appoggio del governatore uscente, Doug Ducey. Non la prese sul serio nessuno salvo Trump che non la conosceva ma detestava Ducey, reo, ai suoi occhi, di non aver impugnato, nel 2020, i risultati delle presidenziali in Arizona, favorevoli a Biden.

Sostenuta da The Donald, Kari Lake vinse a sorpresa le primarie repubblicane con grande giubilo dei democratici che la consideravano, al pari dell’establishment del Grand Old Party, una candidata ineleggibile in un voto aperto, se non altro perché la sua retorica di ultradestra risultava indigesta ai conservatori moderati e agli elettori indipendenti. Il distacco nei sondaggi, sette punti di vantaggio per la candidata democratica, il segretario di Stato Katie Hobbs, sembravano, per la Lake, una condanna anticipata. Ma, mentre la Hobbs ha fatto una campagna pacata, puntando sulla difesa del diritto all’aborto e mettendo in guardia dai rischi che stanno correndo le istituzioni democratiche, Kari ha attaccato a testa bassa, soprattutto sui temi dell’inflazione e dell’aumento della criminalità, usando il linguaggio estremo di Trump, filtrato attraverso la sua nitida retorica e il suo volto telegenico. I sette punti di distacco a settembre sono diventati due; a ottobre i sondaggi hanno dato le due candidate alla pari e ieri il primo sondaggio di novembre, quello di Fox News, dà la Lake in vantaggio di un punto (47 a 46).

La ex conduttrice ha ottenuto questo risultato senza alcun corteggiamento degli indipendenti. Anzi, ha interpretato la spietata ricetta trumpiana fino al punto di superare il maestro: è arrivata prima di lui a fare del sarcasmo sull’assalto di un estremista di destra alla casa di Nancy Pelosi, col marito della speaker della Camera finito in ospedale col cranio fracassato a martellate. Criticata per questo anche dai tanti repubblicani che hanno subito condannato l’aggressione, la Lake non solo non ha fatto marcia indietro né si è scusata, ma, in un’intervista alla Fox News, ha presentato sé stessa come vittima di sopraffazioni. Ha lamentato un trattamento da cancel culture: messa a tacere dai media solo perché aveva esercitato il suo diritto al free speech, a parlare liberamente. Steve Bannon, entusiasta di lei, sostiene che Kari Lake diventerà il modello delle future campagne elettorali repubblicane: saranno sempre più radicali. E c’è chi già la vede a fianco di Trump nel ticket elettorale delle presidenziali 2024.

Sostenuta da The Donald, Kari Lake vinse a sorpresa le primarie repubblicane con grande giubilo dei democratici che la consideravano, al pari dell’establishment del Grand Old Party, una candidata ineleggibile in un voto aperto, se non altro perché la sua retorica di ultradestra risultava indigesta ai conservatori moderati e agli elettori indipendenti. Il distacco nei sondaggi, sette punti di vantaggio per la candidata democratica, il segretario di Stato Katie Hobbs, sembravano, per la Lake, una condanna anticipata. Ma, mentre la Hobbs ha fatto una campagna pacata, puntando sulla difesa del diritto all’aborto e mettendo in guardia dai rischi che stanno correndo le istituzioni democratiche, Kari ha attaccato a testa bassa, soprattutto sui temi dell’inflazione e dell’aumento della criminalità, usando il linguaggio estremo di Trump, filtrato attraverso la sua nitida retorica e il suo volto telegenico. I sette punti di distacco a settembre sono diventati due; a ottobre i sondaggi hanno dato le due candidate alla pari e ieri il primo sondaggio di novembre, quello di Fox News, dà la Lake in vantaggio di un punto (47 a 46).

La ex conduttrice ha ottenuto questo risultato senza alcun corteggiamento degli indipendenti. Anzi, ha interpretato la spietata ricetta trumpiana fino al punto di superare il maestro: è arrivata prima di lui a fare del sarcasmo sull’assalto di un estremista di destra alla casa di Nancy Pelosi, col marito della speaker della Camera finito in ospedale col cranio fracassato a martellate. Criticata per questo anche dai tanti repubblicani che hanno subito condannato l’aggressione, la Lake non solo non ha fatto marcia indietro né si è scusata, ma, in un’intervista alla Fox News, ha presentato sé stessa come vittima di sopraffazioni. Ha lamentato un trattamento da cancel culture: messa a tacere dai media solo perché aveva esercitato il suo diritto al free speech, a parlare liberamente. Steve Bannon, entusiasta di lei, sostiene che Kari Lake diventerà il modello delle future campagne elettorali repubblicane: saranno sempre più radicali. E c’è chi già la vede a fianco di Trump nel ticket elettorale delle presidenziali 2024.

Sos Obama: Allarme rosso per i democratici, i sondaggi peggiorano

Massimo Gaggi Corriere della Sera 29 ottobre 2022
S.O.S. Obama
Allarme rosso per i democratici: i sondaggi indicano che i repubblicani stanno guadagnando terreno anche in collegi senatoriali (la Camera viene data da tempo per persa) che la sinistra considerava relativamente sicuri.

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